Atene può scegliere L’Europa sopravviverà a Tsipras Ricordare Corrado Passera ministro del governo Monti è verità storica che appartiene ad un'altra fase politica. Corrado Passera è colui che quando tutti facevano la coda per salire sul carro di Monti, salutava l’allegra compagnia di “Scelta civica”. Ci sono momenti della vita politica quotidiana che è sempre meglio fis-sarsi in mente. Per esempio, tanti sono buoni a fare i ministri, molti di meno sono invece capaci di abbandonare una cordata vin-cente, soprattutto se poi scegli di restare a casa. Ora che Corrado Passera è tornato ad impegnarsi in prima persona, può smetterla di dover star lì a giustificare i tecnici prestati alla politica. Ha persino messo su un partito, Italia Unica, apposta per far capire che ci può essere una politica capace di competenza. “Monti alla fine mise su un semplice cartello terzo polista, zeppo di esponenti della vec-chia politica sotto vecchie sigle. Il paese aveva bisogno di una scossa maggiore. Serviva una casa politica veramente nuova, più passione e più ambizione, posso dirlo? Più amore per l’Italia. Non ci ho pensato un momento a lasciar perdere, era chiaro che così non si andava da nessuna parte”. Corrado Passera non era uno che doveva scendere in campo, o salire in politica. Semplice-mente, la politica è nell’aria che respira da sempre. Un cittadino ha il dovere di occuparsi della vita pubblica, soprattutto quando il paese se la passa male. E Corrado Passera raramente ha avuto un'impressione di sfascio istituzionale e di degrado morale, di su-perficiale approssimazione come quello di questi anni. “Non sono molto d'accordo sul messaggio: direi che non so se Renzi sia consapevole della inadeguatezza della sua politica economica, ma so per certo che i pericoli che l'Italicum si porta dietro li abbia valutati e abbia deciso di farli correre al Paese per puro interesse personale di breve periodo”. E’ inutile mettere su famiglia quando il tuo Paese va a pezzi, perché se vuoi che la tua famiglia abbia un futuro, devi prima salvare il Paese. Corrado Passera si rende per-fettamente conto della difficoltà immani, ma ha le spalle grosse. Ad esempio è convinto che con il suo impegno possa destare en-ergie e risorse che non si sono disperse, ma solo come rintanate in se stesse. Se si riesce a far capire che c’è una possibilità, una sper-anza, perché non tentare? L’Italia non si rassegnerà ad una classe politica mediocre che si consuma nella corruzione amministrativa e nell’ammirare il capo partito di turno. L’Italia, per l’appunto è “unica” bisogna salvaguardarne l’unità, le specificità e la dedizi-one che l’hanno resa tale. Per questo un sistema complesso come lo Stato italiano “ha sempre bisogno delle migliori competenze di cui disporre per riuscire ad affrontare una situazione tanto com-promessa e pericolosa. Le vedete presenti in questo governo?”. In effetti sono per lo meno difficili da individuare. Facciamo notare che Galli della Loggia aveva consigliato qualche settimana fa di ampliare il board dei referenti di Palazzo Chigi ed a momenti ci si ritrovava Adriano Sofri. L’impressione di Corrado Passera è pure peggiore. Quando ci sono più di dieci milioni di senza lavoro o con un lavoro insufficiente per vivere, non si apre nessuna prospettiva seria di ripresa e di crescita. “Se non fosse stato per le misure di pura tecnica monetaria, impiegate dal governatore della Bce, Mario Draghi, la crescita italiana sarebbe ancora sotto zero”. La sola idea che questo governo possa restare in carica altri tre anni, fa rabbrividire anche nella giornata più torrida dell’estate romana. Ma come si possono dare le colpe a Renzi e a Padoan quando bisogna pur sempre rispondere alle politiche dell’Unione Europea? Corrado Passera non si lascia influenzare dalla corrente di pensiero che va di moda, gli antiausterity, che danno tutte le colpe alla politica tedesca praticata da Bruxelles: "Si può rilanci-are l'Italia rispettando le regole Europee. L’Europa è una grande occasione che stiamo perdendo. Non c’è mai stato un esperimento storico di queste dimensioni, capace di garantire per decenni e forse per secoli la pace e la prosperità su un continente che altrimenti ha vissuto in condizioni di guerra semi permanente. Il progetto ha perso slancio, non c’è dubbio, ma attenzione a pensare di metterlo da parte con sufficienza”. Passera non è nemmeno particolarmente preoccupato dalla crisi Greca. “L’uscita dalla Grecia sarebbe un fallimento. Cadrebbe l'assioma che dall'Euro non si esce e questo certamente creerebbe incertezza sugli altri Paesi con tanti debiti e poca crescita come l'Italia. Ma la Grecia non sarebbe comunque in grado di compromettere i fondamenti dell'Europa e non mi aspetto problemi a breve per l'Italia, a patto di riavviare crescita sostenibile. Sarebbe stato necessario approfondire la complessità dei rapporti tra i paesi membri prima di allargarne la cerchia a macchia d’olio come è stato fatto, mentre ora rischiamo di restringerla”. Sopravviverà Tsipras? “Sicuramente sopravviverà l’Europa”. Potrebbe uscire la Grecia ed entrare l’Ucraina? “L’Ucraina non ha nessun requisito utile [ non ha certo tutti i requisiti per entrare nella UE e non mi sembra ora il caso di peggiorare l'errore fatto quando si parlò di sua entrata nella NATO e mi sembra che siano state sottovalutate le questioni relative ad un suo avvicinamento”. Molti conoscono Passera dall’esperienza del governo Monti. Noi lo conosciamo da prima, un europeista convinto che comprendeva bene pregi e difetti della prima repubblica come quelli della Seconda di Repubblica, e che non si è mai lasciato abbattere dalle difficoltà quali che fossero. Un ottimista incallito? Chissà. Guardate bene la sua struttura fisica: sembra fatta appositamente per scalare le montagne. Roma, 3 luglio 2015 |